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lunedì 31 maggio 2010

Salento in festa, il Lecce si riprende la serie A

Tutto come quel 15 giugno 2008. Due anni fa, il Lecce festeggiava il passaggio in massima serie, in un tripudio di bandiere giallorosse, sventolate dopo le sabbie mobili dei play-off, vinti in finale contro l'Albinoleffe. Poco meno di 24 mesi dopo, Lecce ritorna nell'Olimpo del calcio, al termine di una cavalcata, a tratti, maestosa.

MISSIONE PUNTICINO - La squadra di De Canio non ha fallito l'ultimo dei tre match-point contro il Sassuolo. E non poteva fallirlo, dato che gli emiliani si sono presentati nel Salento con la testa ai play-off di mercoledì prossimo, in cui affronteranno da posizione di vantaggio il Torino. Lo 0-0 finale la dice lunga sullo svolgimento della gara, in cui i padroni di casa hanno provato invano a menare le danze nel primo tempo, adagiandosi – tra qualche fischio - nel secondo ed attendendo solo il fischio finale per stappare le bottiglie.

COME GIANNI BUGNO - Il Lecce delle ultime tre gare ricorda il due volte iridato Gianni Bugno, quando nel 1991 vinse i Mondiali di ciclismo di Stoccarda, festeggiando con troppo anticipo la vittoria e rischiando la clamorosa beffa sul traguardo. In tutto questo, fondamentale è stato il ruolo di mister Gigi Decaniusson (nomignolo affibbiatogli per il suo ruolo da allenatore-manager, sullo stile di Sir Alex Ferguson e del suo Manchester, ndr) che ha saputo gestire le emozioni e rincuorare il gruppo, che rischiava lo shock dopo la beffa subita per mano del Cesena. Il Lecce non potrà prescindere da lui nella prossima stagione. Il presidente Semeraro, nel dopopartita, ha fugato ogni dubbio su possibili partenze dell'allenatore materano. Lo stesso De Canio ha confermato che in un ambiente come quello leccese, in cui ci sono idee chiare e una società solida, è possibile lavorare bene e con entusiasmo.

LA SVOLTA DI GENNAIO - La stagione dei giallorossi era cominciata con un progetto a medio-lungo termine. "Sarà un anno di transizione" – diceva Semeraro nel settembre scorso. Dopo un buon avvio contro l'Ancona, la squadra steccava le tre gare successive, gettando nello sconforto l'ambiente. Poi la società, con il sollievo della tifoseria, decideva il clamoroso allontanamento del direttore sportivo Guido Angelozzi. Troppi i dissidi tra il dirigente catanese e De Canio. Semeraro scelse di tagliare una testa e concedere pieni poteri all'allenatore di Matera. Fatto un po' d'ordine, la squadra iniziava a macinare punti, infilando vittorie, alcune delle quali con rimonte entusiasmanti. Ritrovava il rapporto con la frangia più calda della tifoseria, sempre presente all'appello ma diffidente sulle sorti del torneo. Nel mercato di riparazione, partito Edinho, il Lecce pescava il jolly, portando in giallorosso David Di Michele (più Loviso) dal Torino; ritrovava Gianni Munari dopo un infortunio grave ("E' lui il nostro miglior acquisto" – disse De Canio a novembre); scopriva Stefano Ferrario dal Ravenna. E la macchina giallorossa continuava a girare a mille, concedendo (nel nuovo anno) i tre punti al solo Cittadella nelle successive 20 partite, realizzando, gara dopo gara, il talento di Guido Marilungo e la praticità di Daniele Corvia, le folate sulle fasce di Angelo e Mesbah e la caparbietà di capitan Giacomazzi, la solidità del portiere Antonio Rosati, riscattatosi alla grande dopo un avvio di campionato imbarazzante.

L'EPILOGO SPERATO - Il 14 maggio, lo spettro del cesenate Malonga si allungava, lugubre, sul Via del Mare. Ma il Lecce doveva solo gestire il vantaggio, tagliando il traguardo, seppur in "folle" e all'ultimo istante, contro il Sassuolo. La festa che si è scatenata nelle ore successive alla gara, è il consueto bagno di folla (e nella fontana di Piazza Mazzini) per le strade dello splendido centro storico leccese. E' il pullman scoperto della squadra che si prende i meritati onori, concedendosi ai suoi tifosi in delirio, tra cui si sono segnalati diversi palermitani, storicamente gemellati con il Salento ed il Lecce.

ENTUSIASMI - L'ottava promozione in A della storia giallorossa (quinta Semeraro regnante) è come fosse sempre la prima. L'entusiasmo e l'elettricità che si respira nella provincia barocca è un capitale da gestire per costruire la squadra della prossima stagione. Puntando, ovviamente, a resistere nel massimo campionato. Ma tarpare i rinnovati entusiasmi, in una piazza pronta ad entusiasmarsi in questo modo, sarebbe un peccato troppo grosso.



Marco Montagna per tuttomercatoweb.com
lunedì 31 maggio 2010

domenica 30 maggio 2010

"TESSERA TIFOSO, LIBERTICIDA STRUMENTO DI MARKETING"

(tratto da Lecceprima.it)Tessera del tifoso: sistema di fidelizzazione di massa o strumento di limitazione della libertà di tifare? A questo interrogativo potrò rispondere solo dopo aver tracciato una breve analisi della situazione tifo in Italia e a Lecce in particolare che possa permettere a chi legge di comprendere su quali basi si vuole imporre l’applicazione di detto strumento tessera.

Il movimento ultras: come nasce e si evolve

A mio sommesso parere oggi in Italia si è giunti alla degenerazione del tifo, inteso come sostegno indefinito fatto di colore e calore, a causa di molteplici fattori che ne hanno condizionato prima e mistificato poi il contenuto dell’essere tifoso, soprattutto ultras, trasformando nell’immaginario collettivo la parola ultras come sinonimo esclusivo di belligeranza, violenza, caos.

Occorre prendere le mosse da quello che è stato il vivere ultras all’interno di uno stadio sin dal suo sorgere e cioè una comunità ed un’aggregazione sociale e di massa durata nel tempo da oltre un trentennio come in nessun altro caso in Italia. Sorto come “valvola di sfogo” delle emergenze derivanti dalle lotte di classe e dagli anni di piombo nelle piazze, il fenomeno ultras, ingrandendosi sempre di più sino a raggiungere ogni piccolo paese e città italiana, ma anche europea ed ora mondiale, ha dovuto fare i conti con il contagio delle frange più estreme , vicine alla criminalità a volte anche organizzata e all’ingenerarsi di sacche politicizzate che hanno modificato il dna dell’ultras.

A questo si aggiunga quello che è stata definito, con estrema maestria devo dire, il cosiddetto calcio moderno ove imperante, anche in seno al mondo ultras, è stato il fine di lucro raggiunto attraverso mirate politiche di merchandising, degne quanto a capillare organizzazione, di una società quotata in borsa. A Lecce il fenomeno, grazie a Dio, si è arrestato a quella fase primordiale ove essere ultras significava esserlo nella mente senza condizionamenti esterni da calcio moderno.

“Ultrà Lecce senza Padroni” è il motto che meglio di tutti, unitamente a “Scusate non mi lego a questa schiera morrò pecora nera” esprimono al meglio l’essere ultras nel Salento. No alla politica e al razzismo, no a contatti devianti con i calciatori, giornalisti e società, un tifo stile vecchie maniere, senza fronzoli e retoriche, ma dettato da un sentimento di genuinità misto a passione vera verso la città, il Salento e le sue tradizioni e soprattutto lu Lecce e i colori Giallurussi…

Concludo affermando che continuare a inquadrare la questione ultras unicamente all'interno del mondo del calcio rischia di rivelarsi un atteggiamento estremamente riduttivo e pericolosamente fuorviante. Occorre ormai concentrare la riflessione sul processo inverso a quello che, molto a fatica, si è cercato di interpretare nei decenni passati: quello che il calcio ha ricevuto dalla società in termini di tensioni sociali, di fasce giovanili in subbuglio, di loro bisogno di aggregazione, di voglia di identità, di desiderio di partecipazione, oggi il calcio restituisce alla società in termini di gruppi organizzati, di ideologia diffusa, di disponibilità alla violenza e allo scontro, di maturazione di una coscienza antagonista verso lo Stato.

Tessera del tifoso stumento di fidelizzazione o di limitazione della libertà?

Ciò premesso, affrontiamo quella che in tutte le curve italiane considerano lo strumento destinato a distruggere il tifo in curva. Cos’è la Tessera del tifoso: un sistema di fidelizzazione di massa o uno strumento di limitazione della libertà di tifare?

C’è chi afferma (la maggioranza dei tifosi da stadio) “nulla di male fare, paura non avere”, quasi giustificando e recependo supinamente la tessera e i risvolti da dietro le quinte che si celano dietro la sua applicazione.

C’è chi invece (la minoranza “pensante”) è certa che la tessera sia una vera e propria “trappola” per monitorare la persona, limitarne i movimenti e condizionarne le scelte attraverso lo spauracchio della cosiddetta “black list”, cioè la lista nera che, precludendo la possibilità di acquisizione della tessera, di fatto impedisce l’abbonamento (e con il caro prezzi è un bel vedere…) e l’accesso nel settore ospiti in trasferta (la fine dell’essere ultras).

Sul sito dell'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive c'è la descrizione della tessera del tifoso: “È uno strumento di fidelizzazione che identifica i tifosi di un club o della Nazionale. Il rapporto che si instaura con la società sportiva è analogo a quello che ormai il mondo commerciale pone in essere quotidianamente coi suoi migliori clienti quando vende i propri prodotti. Tutti i dati personali comunicati dai tifosi sono conservati solo dalle società sportive e utilizzati (nel rispetto della legge sulla privacy) per promuovere tutte le attività e le agevolazioni offerte ai propri clienti (convenzioni con aziende di trasporto e di ristoro, corsie dedicate, borsellino elettronico e molto altro)”.

L’iter legislativo è stato schizofrenico e solo negli ultimi tempi si è giunti, sia pure senza normarne l’ingresso , all’introduzione della tessera del tifoso. Badate bene che a sostegno di tale introduzione della tessera non vi è una legge, un decreto legge, un decreto legislativo o qualsiasi atto avente forza cogente di legge, ma, a mio parere illegittimamente, si è aggirato il sistema di formazione legislativo (tanto per intenderci in Parlamento si sarebbero incontrate resistenze bipartisan) e ci si affidati ad uno strumento anomalo quale è una circolare amministrativa (la numero 555 del 14 agosto 2009 ) con la quale il signor ministro degli Interni Roberto Maroni dà “disposizioni ai Prefetti e Questori che, sentitisi tra di loro, sono INVITATI ad attuare ogni consentita attività di coordinamento, anche con il coinvolgimento delle società sportive, al fine di promuovere le attività descritte in sede di condivisioni di strategie e obiettivi comuni”.

In buona sostanza, l’Us Lecce SpA, se sol lo volesse, potrebbe non aderire, senza incorrere in sanzioni di alcun tipo, a promuovere le strategie di Maroni dimostrando di voler essere al fianco dei tifosi giallorossi. Pura utopia direte voi. E sono d’accordo.

Qual è stato l’iter che ha portato oggi alla vigilia dell’introduzione della tessera? Il 23 aprile 2008 ed il 31 ottobre 2008, con due determinazioni dell'Osservatorio Nazionale Manifestazioni Sportive, viene lanciata la campagna sulla Tessera del tifoso. L'articolo che, di fatto, istituisce la Tessera del tifoso all'interno della Legge Amato è l’art. 9 L. 41/2007, ma vi sono importanti spunti applicativi anche nelle determinazioni Osservatorio del 23 aprile 2008 e del 31 ottobre 2008.

Dal tenore letterale delle norme e delle regolamentazioni si ricava che: un tifoso, raggiunto da Daspo della durata di un anno nel lontano 1991 e regolarmente scontato, non può, oggi, acquistare la Tessera del tifoso, come anche i tifosi daspati in passato e che hanno vinto il ricorso al Tar con conseguente annullamento del divieto d'accesso allo stadio, ed anche coloro i quali hanno avuto una sentenza di condanna di primo grado ma poi sono stati assolti dalla Corte d'Appello o dalla Corte di Cassazione. Quali scopi si prefigge Maroni?

La tessera, quindi, servirebbe a seguire in trasferta la propria squadra ed entrare nei settori “ospiti” dello stadio, ma anche a usufruire di vie di accesso preferenziali ed evitare i controlli ai varchi, per acquistare i biglietti anche al posto del documento d’identità. Molti club la utilizzeranno anche per marketing.

Sarà sempre l'Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive a decidere se una persona, anche se in possesso della tessera del tifoso, potrà seguire la propria squadra in un incontro giudicato "a rischio" dallo stesso Osservatorio. Occorre compilare un modulo e consegnare le foto. Ovviamente, il richiedente, non deve essere stato sottoposto a Daspo, a misure di restrizione, o essere stato condannato negli ultimi 5 anni per reati da stadio.

La tessera: chi può averla e chi no…

Proviamo a porci degli interrogativi e a dare risposte serene e sincere. Una persona sottoposta a Daspo nel 1990, può averla? Sembrerebbe di no, visto che dicono “non deve essere stato sottoposto a Daspo”. Più avanti si scriverà qualcosa di diverso.

Se sono stato condannato nel 2006, quattro anni fa, per un reato da stadio (tipo: aver scavalcato un vetro) a una multa di 800 euro, e per lo stesso fatto ho scontato già la diffida data dal Questore, oltre ad aver pagato la multa, posso avere la tessera del tifoso? No. Se invece di aver commesso un reato da stadio ho rapinato una banca a mano armata e mi hanno condannato a due anni con la pena sospesa, posso avere la tessera del tifoso? Sì.

Qual è la ragione logica per la quale non posso avere la tessera del tifoso se il Questore non mi ritiene più pericoloso, visto che la diffida l'ho già scontata e la mia pena l'ho pagata? Non ho risposta…

Pertanto non potranno sottoscrivere ad esempio la “Samp card”, la Tessera del Tifoso del Modena F.C., “Roma Club Privilege” coloro i quali siano stati denunciati o condannati con sentenza non definitiva ovvero che si siano resi responsabili della violazione del regolamento d'uso dell'impianto (ad esempio chi si siede sugli scalini, chi guarda la partita in piedi, chi si siede su un seggiolino non corrispondente al biglietto, chi sporca la struttura, chi beve un po' di più etc...).

Non potranno sottoscrivere la “Robur Senese” coloro i quali si siano resi responsabili della violazione del regolamento d'uso dell'impianto, non potranno sottoscrivere la Tessera del Tifoso del Varese che “sono stati destinatari di Daspo” in passato o condannati con sentenza non definitiva; nel modello di adesione al programma visibile presso il sito del Ministero dell'Interno, che dovrebbe rappresentare la sintesi attuale delle modifiche verbali e scritte garantite dal Min. Maroni, si legge che non potranno sottoscrivere la Tessera del Tifoso coloro i quali siano stati denunciati o condannati con sentenza non definitiva ovvero che si siano resi responsabili della violazione del regolamento d'uso dell'impianto

Dovete sapere, ancora, che la violazione del regolamento d’uso dell’impianto non cade in prescrizione quindi potenzialmente un fatto (posto non rispettato in curva ove non vi sono nemmeno i numeri sui seggiolini) accaduto il giorno dopo l’entrata in vigore della normativa vigente (per esempio tre anni fa) potrebbe essere fonte e causa di esclusione del possesso della tessera.

Va da sé che se Tizio e Caio sbagliano posto e si siedono in una seggiola diversa dal posto assegnato e comprovato dal ticket d’ingresso, potrebbero subire sorte diversa a secondo se Tizio va in Curva Nord mentre Caio va in Tribuna Centrale ove spesso gli occhi dei controllori sono meno accorti…

Sarebbe bello sapere cosa potrà fare e quale sorte spetterà al tifoso leccese…

Ma come funziona questo sistema?

Ma cosa è la Tessera del Tifoso? Ad esempio la AS Roma Club Privilege è un volgare bancomat ricaricabile, frutto di un accordo tra la Roma, la Lottomatica (che utilizza il circuito la Visa) e non si sa chi altri. Versate dei soldi e caricate la tessera, che si può utilizzare per acquistare sia l'abbonamento, sia i biglietti per le partite sia, come ogni bancomat, altri beni e servizi. E' strutturata con la tecnologia Rfid.

Cos’è la tecnologia Rfid ?: L'acronimo Rfid che verrà utilizzato per la AS Roma Club Privilege sta per Radio Frequenza Identificazione a Distanza. Le tessere che il Ministero dell'Interno vuole sono dei chip che grazie alla piattaforma telematica della Telecom saranno in grado di tracciare i suoi possessori ovunque. Questo accadrà se il sistema Rfid sarà di tipo “attivo” e non “passivo”, cosa non spiegata dal Ministero dell'Interno.

In ambito industriale e logistico, questa tecnologia è usata per marchiare le mandrie e tracciare le merci durante i viaggi. Cosa trasmette questo chip? I nostri dati, chi siamo, e tutto quello che il Ministero in realtà voglia metterci dentro. E' praticamente un sistema antiterrorismo. Nella grande distribuzione viene già usata per identificare le merci in transito o per effettuare inventari in pochi secondi. Il museo di Rotterdam ad esempio li usa per proteggere i suoi quadri mentre negli Stati Uniti milioni di animali domestici possono essere identificati grazie ai Taf-Rfid. Sono nate addirittura delle società che impiantano gli Rfid nelle persone per far sì che queste siano riconosciute dai propri sistemi di allarme o dalla propria auto senza bisogno di usare codici o chiavi di accesso.

Attorno al Rfid è nato quasi immediatamente un consorzio di aziende e università (l'Aauto-Id Center) che si è posto come obiettivo (forse un po’ troppo sfidante) di marchiare con Rfid tutti gli oggetti prodotti nel mondo in modo da poterne controllare il ciclo di vita online. Sarebbe quindi possibile (almeno teoricamente) sapere in tempo reale la posizione di un qualsiasi oggetto prodotto. Questa idea ovviamente ha portato alla ribalta il problema della privacy. Se ad esempio acquisto un’automobile marcata con Rfid, qualcuno potrà controllare l'automobile ma in pratica sta controllando anche me visto che sono io ad usarla. Potrebbe quindi sapere dove abito, dove lavoro, quali sono i miei orari e tanto altro ancora. Alcune associazioni di consumatori hanno alzato un po’ la voce in merito e nel 2003 l'Auto Id Center si è sciolto. Di fatto però il progetto è allo studio in altre aziende e quindi... staremo a vedere se in futuro avremo a che fare con un nuovo “Grande fratello”.

Ad un tanto si aggiungano gli sconti/agevolazioni previste dal programma originario. Così dal sito del ministero degli Interni: “è favorita la concessione di facilitazioni, privilegi e/o benefici da parte delle società (accumulo punti, diritto di prelazione per l'acquisto di biglietti, convenzioni con altre società private come Ferrovie dello Stato, Autogrill etc...)”. In sostanza all'Autogrill se pago il panino in contanti avrò un prezzo, se lo pago con la magica tessera ricaricabile avrò uno sconto. E tutti sapranno che mi sono fermato in quell'Autogrill.

Una battaglia per la libertà individuale e collettiva

La battaglia contro la tessera del tifoso è una battaglia per la libertà individuale e collettiva che riguarda tutti, anche coloro che non hanno mai messo piede allo stadio. In questi anni abbiamo imparato con le nostre esperienze di strada, di vita, di curva, che quando una norma liberticida viene utilizzata per discriminare un tifoso o un gruppo di curva, questa norma diventa una norma generale che restringe le libertà di tutti all'interno della società. Dobbiamo far aprire gli occhi, dobbiamo parlare un linguaggio all'opinione pubblica, per renderla consapevole che questa è una battaglia che riguarda tutti.

La Tessera del tifoso è incostituzionale e rappresenta una pericolosa schedatura di massa. Ed infatti l’art. 9 della legge 41/2007 dice “che non sono stati sottoposti a Daspo” e, come sapete, non parla di condanne da stadio negli ultimi 5 anni ma solo di “condanne da stadio”. Si ha la situazione per cui verrebbero esclusi dalla possibilità di avere la tessera del tifoso, tutti quei soggetti che hanno avuto condanne (anche non definitive) per “reati da stadio” e che nel corso della vita hanno ricevuto un Daspo, anche se scontato.

Da ricordare che il Daspo non è una condanna (perché non è preceduto da alcun processo, né da alcun giudizio) ma una misura preventiva, decisa arbitrariamente dal Questore. Una misura che, limitando la libertà personale senza bisogno di prove e processo, viola, di per sé, i diritti civili della persona. Alla diffida talvolta segue un processo, che il più delle volte proscioglie gli imputati perché troppo spesso diffidati senza prove. Ebbene, anche queste persone, dichiarate innocenti dallo Stato e che hanno scontato ingiustamente una diffida o una parte rilevante d’essa, non potrebbero avere accesso allo stadio, perché l’art. 9 della Legge non fa differenze tra innocenti e colpevoli (tra quelli che arrivano ad avere un processo), fondandosi sull’esser stati “destinatari” del Daspo.

Tenuto conto quindi che in pratica tale normativa trasformerebbe una misura preventiva (illegittima) in condanna definitiva a vita (il che è anche anticostituzionale). Considerato altresì che tale Tessera può essere considerata come uno strumento volto anche all’identificazione commerciale; uno strumento per speculare sui tifosi ufficiali, ma anche occasionali, che rifiutando la tessera, non avranno accesso allo stadio e che per vedere la partita avranno solo il digitale o il satellite a pagamento.

Pertanto si dovrebbe richiedere una modifica radicale, se non proprio una cancellazione, dei provvedimenti che prevedono la tessera del tifoso, ribadendo, nel contempo, il suo impegno e appoggio per tutte le iniziative volte a contrastare violenza e razzismo anche sui terreni di gioco.

Se l’Us Lecce opponesse rifiuto all’adozione della tessera si eviterebbe che il Popolo Giallorosso possa essere limitato nella propria libertà di spostamento. Si eviterebbe che al Popolo Giallorosso possa essere impedito di andare in trasferta nel settore ospiti. Sarebbero “colpiti” soprattutto, a parte il cuore pulsante ultras al seguito da Lecce, anche tutti coloro (studenti e lavoratori emigrati) che uniti, insieme agli altri in un unico settore, si sentono al sicuro nelle pericolose trasferte in giro per l’Italia.

Sapete quale scenario si prospetterà ?

Una parte (esigua) in un qualsiasi settore dello stadio a stretto contatto di gomito con i tifosi avversari, un'altra (altrettanto esigua) nel settore ospiti, la stragrande maggioranza davanti alle tv.

Ergo, la morte del tifo in trasferta, già duramente sbiadito dalla mancanza di colore, al seguito del Lecce e quindi la fine di un’aggregazione social-popolare che ogni 15 giorni si ritrovava come per incanto avvinta da passione, emozione, entusiasmo per due colori. Stop quindi alla voglia di tifare e gioire insieme. E' in atto una svolta che potrà portare a un ridimensionamento del tifo organizzato, per lo meno quello che personalmente reputo sano, e a un rimescolamento del tifo disorganizzato.

Di conseguenza, coloro che decideranno di non seguire più la squadra in trasferta perderanno stimoli anche per organizzare il tifo in casa soprattutto in costanza di caro-prezzi , repressione e limitazioni all’accesso allo stadio.

Vi è di più. Se, come sembra, condicio sine qua non al rilascio dell’abbonamento sarà la tessera del tifoso, curioso sarà constatare quanti ragazzi dei ceti meno abbienti avranno la possibilità economica di pagare ogni singolo biglietto ai prezzi stabiliti per la serie A. Il risultato scontato sarà un decremento della parte di tifoseria più attaccata alla maglia in favore di altri fattori che nulla hanno a che vedere con il tifo. Nulla aggiungo al fatto che la tessera oltre ad uno strumento di schedatura costituirà una fonte di guadagno per le multinazionali, istituti bancari e imprese legate a questo o quel personaggio politico noto…

Nulla aggiungo al fatto che la tessera costituirà anche uno strumento subdolo di controllo, monitoraggio ed identificazione del singolo e della massa, tipico da regime, che un tifoso non potrà accettare. Sarebbe bello sapere se il Lecce calcio intende comunicare ai propri tifosi quali intenzioni ha in ordine all’applicazione della tessera del tifoso.

Infine sappiate che in tanti si sono mossi contro questo progetto liberticida: esperti in diritto quali i miei colleghi Lorenzo Contucci e Giovanni Adami, giornalisti come Martucci e Padovan, uomini di calcio come Lippi, Zamparini, Cairo, Cellino , calciatori come Totti , De Rossi e Palombo.

Comunque vada chi ha lottato potrà sperare che si eviti il paradosso che al tuo fianco potrà sedere allo stadio un rapinatore o pedofilo o violentatore indagato a piede libero o che ha scontato la propria pena mentre non lo potrà fare chi ha acceso un fumogeno o ha posto il suo posteriore in un posto diverso da quello assegnatogli dal biglietto (nominale, come la tessera….) e che ha subito una multa per la violazione del regolamento d’uso dell’impianto sportivo o chi è stato attinto da Daspo che, lo sanno tutti, soprattutto a Lecce, viene comminato per la durata da 3 a 5 anni e viene scontato senza potersi difendere in un processo penale perché destinato alla prescrizione nella maggior parte dei casi. Io non mi tessero e non ci vado più allo stadio da oltre un anno. Perché avevo capito tutto. Per me il tifo è morto e sepolto.

Voi fate come meglio credete. Buona tessera a tutti.

* Pinuccio Milli, Avvocato penalista, esperto in diritto sulla legislazione inerente gli stadi

venerdì 28 maggio 2010

Lecce, Marilungo: "Sassuolo? Avrei giocato con una gamba rotta"

Al 41° del secondo tempo di Vicenza-Lecce, era uscito dal terreno di gioco in barella ed in lacrime, tra la disperazione di De Canio che già deve fare i conti con la rinuncia forzata allo squalificato Corvia per la stupidata commessa ad Ascoli. Adesso è pronto, Guido Marilungo, a scendere in campo per l'ultima gara stagionale, quella decisiva per il possibile grande salto: "Contro il Sassuolo – dice l'attaccante marchigiano – avrei giocato anche con una gamba rotta, mai mi sarei tirato indietro. Ci stiamo preparando bene – si legge sul sito ufficiale giallorosso – abbiamo a disposizione due risultati su tre ma vogliamo vincere per chiudere il campionato al primo posto, dopo essere stati in testa per sei mesi".

FUTURO - Comunque vada, Marilungo è stato indubbiamente protagonista di una splendida annata nel Salento. Impiegato per 34 volte, il giovane attaccante di proprietà sampdoriana è andato a segno in 13 occasioni, realizzando, tra l'altro, una tripletta il 19 marzo contro la Reggina. Proprio contro i calabresi nella scorsa stagione e con la maglia blucerchiata, Marilungo aveva siglato una rete delle tre totali da lui segnate in serie A: "Devo ammettere che mi sono divertito – confessa – soprattutto da gennaio in poi. Il mio futuro? Penso solo a vincere la prossima gara e a festeggiare. Poi si vedrà".

TORNA GIACOMAZZI - Intanto la squadra di De Canio prosegue a porte chiuse la preparazione della delicata partita contro il Sassuolo di Stefano Pioli. Rientrerà dalla squalifica capitan Giacomazzi, così come ritornerà a disposizione il giovane Bertolacci dopo aver vestito la maglia azzurra della rappresentativa Under 19. Fuori dai giochi Corvia, squalificato, e Mesbah, riaggregatosi con la nazionale algerina che in Svizzera sta preparando i prossimi Mondiali di calcio sudafricani.


Marco Montagna - TMW
28 maggio 2010

mercoledì 26 maggio 2010

Lecce-Sassuolo, assaltati i botteghini

Procede a gonfie vele la prevendita per Lecce-Sassuolo, ultimo turno di campionato che potrebbe assicurare ai salentini il salto diretto in serie A.

ASSALTO - Si segnalano file chilometriche presso le rivendite autorizzate, che, al termine della giornata di ieri, hanno già stampato 13.100 tagliandi. Esaurite la Curva Nord e la Tribuna Est Superiore. Contrariamente a quanto successo in occasione della gara contro il Cesena, la società di Via Templari non ha proseguito la strada dei forti sconti promozionali, che avevano contribuito a riempire numericamente gli spalti del Via del Mare quando le tribune furono gremite anche da tifosi occasionali e semplici curiosi. Di questo non sembra preoccupata la tifoseria più calda, che non vuole assolutamente mancare all'appuntamento con la possibile risalita in massima serie. Per le strade della città spuntano bandiere e vetrine addobbate, il morale tra i tifosi è comunque abbastanza alto, dopo qualche ingiustificato malumore in occasione dello scialbo pareggio di Vicenza.

PUNTO DI NON RITORNO - C'è speranza di ottenere senza troppi patemi quel punto contro il Sassuolo di Pioli, forse già proiettato mentalmente ai play-off che avranno inizio mercoledì 2 giugno. Con un punto, gli emiliani sarebbero matematicamente quarti in classifica, ottenendo così il privilegio di affrontare la quinta partendo da posizione di vantaggio. Il rammarico di poter perdere il primo posto assoluto, non toglie il sonno né ai sostenitori, né al difensore brasiliano del Lecce, Fabiano Medina da Silva: "Anche se contro il Sassuolo ci basterà un solo punto per essere matematicamente in serie A – ha dichiarato nella conferenza stampa di ieri - noi in questa settimana dobbiamo preparare al meglio la partita e dobbiamo scendere in campo con il miglior approccio possibile. Sarà fondamentale disputare una partita intelligente, evitando di rischiare il meno possibile. Il primo posto? Voglio come prima cosa ottenere la promozione. E' normale che ci farebbe enormemente piacere chiudere la stagione con il primato, ma la cosa principale è la serie A"

AL RIBASSO - Anche i bookmakers sono convinti che la gara del Via del Mare si concluderà con un pari. Attualmente, la Snai quota il nulla di fatto tra Lecce e Sassuolo a 1,15. Quote leggermente migliori (pur se di poco) quelle proposte da alcune agenzie di scommesse estere.


Marco Montagna / TMW
26 maggio 2010

domenica 23 maggio 2010

Pari al "Menti", Vicenza e Lecce rimandano i festeggiamenti

Niente di fatto. Anche il secondo match-ball promozione è stato annullato, ma la serie A dista ormai solo un punto. Al "Menti", Vicenza e Lecce pareggiano a reti bianche rimandando così i rispettivi obiettivi ai 90' finali.

LECCE FLOSCIO - Avvio vibrante dei padroni di casa che però perdevano subito il loro uomo migliore Sgrigna, che dopo 6 minuti lasciava il terreno di gioco per un infortunio all’inguine. Al suo posto il giovane Misuraca, subito in mostra al 19’, quando produceva un assist d’oro per Di Matteo che da posizione invidiabile colpiva di testa ma non centrava lo specchio. Il Lecce era contratto e soffriva il dinamismo dei veneti. Salentini anche poco concentrati: al minuto 25 Vives stava per combinarla grossa, attardandosi su un disimpegno al limite dell'area e regalando il pallone a Rigoni che sfoderava un missile da fuori di rara potenza, stampatosi sulla traversa. Brividi per la capolista, tra le cui fila il solo Angelo sembrava essere il più propositivo, ma le sue incursioni non venivano adeguatamente sfruttate dai suoi compagni d'attacco, orfani di Corvia e con un Marilungo un po' in affanno. In mezzo al campo, pesava l'assenza di capitan Giacomazzi, Defendi non convinceva pienamente. In pieno recupero, la terza palla del vantaggio vicentino, ma Rigoni, dal dischetto, spediva fuori di testa. Lecce in empasse.

CRAC MARILUNGO - Con Brescia e Cesena in vantaggio sui rispettivi avversari, il Lecce necessitava della sola vittoria per staccare in anticipo il biglietto per la promozione. Ma la ripresa non si differenziava tanto dalla prima parte di gara, col Vicenza a fare la partita e gli ospiti a provare la ripartenza letale. Tant'è che la prima e unica occasione per i giallorossi la procurava Di Michele al 25', con un tiro al volo tanto estemporaneo quanto coraggioso, spizzicato da Russo in corner. Un minuto dopo, spunto di Angelo per la testa di Marilungo che da buona posizione sparava centralmente. I minuti finali non offrivano spunti interessanti con le due squadre che davano la sensazione chiara di accontentarsi di un pari. Tegola per De Canio, che probabilmente contro il Sassuolo dovrà fare a meno di Marilungo, uscito negli ultimi spiccioli di gara per un infortunio al ginocchio.

FINO ALLA FINE - Buona la gara del Vicenza, che ormai vede l'obiettivo salvezza sempre più vicino, favorito dal calendario che domenica la vedrà opposta alla Salernitana ormai retrocessa e allo sbando. Con il pari, anche il Lecce raggiunge l'obiettivo minimo, dichiarato sottovoce alla vigilia. Col punto conquistato al "Menti", la capolista si porta a 74, con due lunghezze di vantaggio sul Brescia (che domenica si recherà a Padova contro un avversario assetato di punti salvezza) e tre sul Cesena (ospite nell'ultimo turno al "Garilli" di Piacenza, per un derby scarno di significati solo per gli emiliani). Con un punto, Piazza Mazzini sfogherà quell'urlo strozzato in gola da ormai due settimane.


VICENZA-LECCE 0-0


VICENZA: Russo – Minieri, Martinelli, Giani, Brivio – Gavazzi, Rigoni, Botta, Di Matteo (45’st Ferri) – Bjelanovic (36’st Margiotta), Sgrigna (6’pt Misuraca). In panchina: Fortin, Minesso, Zanchi, Gatti. All. Maran.
LECCE: Rosati – Belleri, Ferrario, Fabiano, Mesbah – Angelo, Vives, Munari – Defendi (38’st Mazzotta), Di Michele (46’st Bergougnoux), Marilungo (41’st Baclet). In panchina: Petrachi, Terranova, Schiavi, Loviso. All. De Canio.
ARBITRO: Rosetti di Torino
NOTE: Ammonito Rigoni nel Vicenza. Recupero: 2'pt, 4'st.


Marco Montagna - TMW
23 maggio 2010

giovedì 20 maggio 2010

Lecce: tifosi pronti, a Vicenza il secondo match-ball

Non sarà un esodo come quello di Ascoli, ma il popolo giallorosso non rinuncerà a rimettersi in marcia nemmeno questa volta. Domenica al "Menti" di Vicenza, il Lecce avrà il secondo match-ball promozione, dopo quello fallito venerdì scorso contro il Cesena.

VERSO IL PIENONE - In occasione della gara contro i salentini, la società biancorossa ha istituito l'iniziativa "Due per uno – Moltiplichiamo il nostro tifo" grazie alla quale i tifosi locali potranno acquistare due biglietti al prezzo di uno. La promozione, però, esclude i sostenitori ospiti che non potranno quindi goderne, al contrario di quel che accadde allo stadio "Del Duca" di Ascoli, un paio di settimane addietro. Serpeggia qualche malumore tra i tifosi del Lecce che seguiranno in Veneto la loro squadra anche a causa dell'esiguo numero di tagliandi (1300) loro riservati dalla società del patron Sergio Cassingena. Trasferta, che, tra l'altro, potrebbe essere l'ultima prima dell'entrata in vigore della "tessera del tifoso", aspramente criticata da larghe frange del tifo giallorosso. Ad ogni modo, i 1300 biglietti riservati al settore sono andati esauriti.

PARLA ZANCHI - Anche il Vicenza ha bisogno di punti per archiviare con un turno d'anticipo il discorso salvezza: "Certo che se il Lecce fosse arrivato a Vicenza con la promozione in tasca, sarebbe stato meno motivato – ha dichiarato al Giornale di Vicenza Marco Zanchi, capitano non giocatore della squadra veneta e assente per l'infortunio riportato proprio a Lecce, nella gara di andata – . La squadra di De Canio – aggiunge Zanchi - forse non è quella più forte del campionato, ma sicuramente è la più continua con un Di Michele in più che ha fatto la differenza. Nel calcio – conclude – nulla è scontato e sarà il campo a dare il verdetto. Certo, sereni non lo siamo, c'è una leggera ansia ma un po' di adrenalina va bene".

QUATTRO ASSENTI - Il Lecce prosegue la preparazione in vista della gara di domenica, in cui mancheranno sicuramente gli squalificati Corvia e Giacomazzi (assenti anche all'andata per lo stesso motivo) e i nazionali Mesbah e Bertolacci.


Marco Montagna - TMW
19 maggio 2010

sabato 15 maggio 2010

Lecce, De Canio pone la fiducia: "Non sbaglieremo più"

La classica pena del contrappasso. Il gelo calato sul "Via del Mare" dopo l'uno-due del cesenate Malonga, ha ricordato il pomeriggio di quel 6 giugno 1999. Il Lecce di Nedo Sonetti preparava la festa per l'approdo in massima serie. Nel Salento si attendeva la visita del Pescara, quinto in classifica (a pari punti con l'Atalanta), che lottava per entrare nelle prime quattro posizioni utili per il salto in A. Il Lecce era terzo con quattro punti di buon margine su Pescara e Atalanta a 180' dalla fine. Alla guida della squadra abruzzese c'era un giovane allenatore che su quella panchina si stava togliendo delle belle soddisfazioni. Quel giovanotto, alla guida del Pescara era proprio Gigi De Canio. Il Pescara vinse uno a zero al Via del Mare e arrivò ad un soffio dalla promozione, ottenuta, invece, dal Lecce sul campo del Chievo all'ultima giornata. Che sia lo stesso copione?

CHI L'HA VISTO? - Deve essere stata una pena doppiamente crudele quella patita ieri sera dall'allenatore del Lecce. Una cornice di pubblico straordinaria sugli spalti del "Via del Mare" e un affetto sopito per quasi tutto l'anno ma esploso fragorosamente in una fresca serata di metà maggio, non sono stati sufficienti per spingere i giallorossi a conquistare matematicamente l'ottava promozione in serie A della loro storia centenaria. Pesa come un macigno, a dirla tutta, il rigore a favore del Lecce, visto da 60 mila occhi tranne quelli di arbitro e guardalinee. Ma la calma è la virtù dei forti e l'allenatore del Lecce ne ha da vendere.

FIDUCIA AD OLTRANZA - Calma e serenità motivata dalla buona prestazione dei suoi ragazzi per almeno 80 minuti, nei quali hanno controllato senza affanni le sfuriate degli ospiti sino al letale colpo di coda dei romagnoli nei minuti finali. E non potrebbe essere diversamente, avendo visto gli sguardi rabbiosi di Marilungo e Vives a fine partita, che sbraitavano per la voglia di giocare immediatamente la successiva sfida contro il Vicenza (in cui mancheranno Mesbah, in partenza con la nazionale, e capitan Giacomazzi che verrà squalificato): "Non ho motivo per essere scoraggiato dopo una partita del genere – ha detto mister De Canio nel dopogara -. Siamo stati penalizzati dagli episodi pur giocando una gara splendida. Abbiamo perso la seconda gara del girone di ritorno, ma raramente ne sbagliamo due di fila, non vedo perché dovremmo farlo proprio ora. Abbiamo pagato care delle distrazioni difensive, peccato aver rovinato la festa a tutta questa gente che era venuta ad incitarci. Sono rammaricato, ma vista la mia squadra oggi, sono allo stesso tempo molto fiducioso per le ultime due gare restanti. Non m'importa cosa farà il Brescia a Modena, il nostro obiettivo rimane il primo posto".


LECCE-CESENA 1-2

RETI: 7'pt Munari (L), 36'st e 38'st Malonga (C)
LECCE: Rosati – Angelo, Ferrario, Fabiano, Mesbah – Munari, Giacomazzi, Vives – Defendi, Di Michele (30'st Baclet), Marilungo. In panchina: Petrachi, Belleri, Mazzotta, Schiavi, Bertolacci, Bergougnoux. All. De Canio.
CESENA: Antonioli – Ceccarelli, Volta, Piangerelli, Lauro – Matute (31'pt Djuric), De Feudis, Giaccherini (40'st Petras) – Colucci – Greco (11'st Schelotto), Malonga. In panchina: Tardioli, Fonte, Giunchi, Segarelli. All. Bisoli.
ARBITRO: Bergonzi
NOTE: Spettatori 30mila, serata fresca e ventilata. Ammonito Giacomazzi (L). Recupero: 1' e 3'.


Marco Montagna - TMW
15 maggio 2010

giovedì 13 maggio 2010

Lecce, Semeraro: "Obiettivo primo posto"

Il presidente del Lecce Giovanni Semeraro è intervenuto durante la trasmissione televisiva "Il Graffio" di Telenorba, parlando del campionato di serie B che si sta per concludere e di quello che verrà nella prossima stagione.

IN ANTICIPO - "Dopo una retrocessione disastrosa, quest'anno avevamo fame di gol e di risultati – ha esordito il numero uno giallorosso, commentando la cavalcata sin qui trionfale della sua squadra – abbiamo giocato un torneo da protagonisti. Il contratto pluriennale di De Canio si può leggere nell'ottica di un progetto di medio termine, che prevedeva la risalita in serie A dopo almeno un biennio. Abbiamo abbreviato i tempi, il ritorno in A non era programmato per quest'anno, e dopo un avvio in sordina, abbiamo fatto tutto in fretta e direi che ci siamo riusciti bene".

PROGETTI - "Per l'anno prossimo stiamo già lavorando – aggiunge Semeraro, non senza un pizzico di dovuta scaramanzia – ma ancora non sappiamo se saremo in A o in B. Ora concentriamoci su questo torneo, il nostro obiettivo è conquistare il primo posto. Costruiremo una squadra degna di questo nome – prosegue -, potremo disporre degli importanti introiti relativi ai diritti televisivi anche se dovremo tener conto del bilancio deficitario di una costosissima stagione di serie B, come quella attuale. La serie A? Un lusso per una società come la nostra che quest'anno ha avuto pochissimi spettatori allo stadio e nemmeno uno sponsor principale sulla maglia. Il calcio di oggi ha costi eccessivi – conclude – bisognerebbe cambiare registro. Sono anni che proponiamo il "salary cap" (tetto massimo agli ingaggi, ndr), ma le società più potenti non vogliono porsi un freno agli investimenti, desiderando squadre sempre più competitive".


Marco Montagna - TMW
13 maggio 2010

mercoledì 12 maggio 2010

Gallipoli, D'Odorico non ripiana, società verso il fallimento?

Il Gallipoli Calcio sembra ormai avviato al baratro. Secondo quanto riporta il sito internet del Nuovo Quotidiano di Puglia, l'assemblea straordinaria dei soci, tenutasi ieri sera, ha dato fumata nera. Il Presidente D'Odorico non avrebbe – si legge - dato disponibilità a ripianare i quasi 4 milioni di euro di buco finanziario, necessari per salvare la società. Di conseguenza, il custode giudiziario delle azioni del Gallipoli Calcio, Ivan Carpentieri, in virtù del decreto del GIP Ercole Aprile che invitava la società al risanamento a pena di fallimento, dovrebbe a breve formalizzare l'apertura della procedura fallimentare.

La decisione del presidente D'Odorico era già nell'aria, in seguito al pesante comunicato stampa rilasciato nelle scorse ore, in cui l'imprenditore friulano spara a zero, tra gli altri, sull'ex presidente Barba ("mi ha raccontato un sacco di frottole… gli chiederò danni morali e materiali"), sull'Amministrazione Comunale e le realtà locali ("nessuno ci ha aiutato… e poi hanno pure il coraggio di protestare") e sull'ex allenatore Beppe Giannini ("ha gravi responsabilità morali, tecniche ed organizzative, ha lasciato il Gallipoli sul più bello per paura di perdere la faccia ed i soldi con la retrocessione"). Unico apprezzamento, quello per l'attuale guida tecnica della squadra ionica, mister Ezio Rossi.

In tutta questa baraonda, le vittime di questa storia, ossia squadra e tifoseria, sembrano ormai navigare nello sconforto più assoluto.


Marco Montagna
mercoledì 12 maggio 2010
TMW

Lecce, Corvia squalificato: stagione finita

La trionfante stagione 2009/10 di Daniele Corvia con la maglia del Lecce è finita al 94° di Ascoli-Lecce, giocata sabato scorso. Il Giudice Sportivo, infatti, ha squalificato per tre turni il bomber giallorosso (espulso contro i marchigiani) che di conseguenza dovrà saltare i restanti tre turni di campionato contro Cesena, Vicenza e Sassuolo.

PRONTO BACLET - Salvo che la società di Via Templari non presenti ricorso, il centravanti del Lecce chiude la stagione con 17 reti in 35 presenze. L'amarezza per non poter prendere parte al match più importante della stagione, è grande per l'ex empolese: "E' un vero dispiacere – dichiara in conferenza stampa ripresa dal sito ufficiale – non avevo nessuna intenzione di far male al mio avversario, ero in ritardo nell'intervento e per la foga di conquistare il pallone ho alzato il braccio". Mister De Canio dovrà quindi studiare delle soluzioni alternative da opporre alla squadra di Bisoli, miglior difesa del campionato ed in lotta, insieme a Lecce e Brescia, per la promozione diretta in serie A. Il sostituto naturale di Corvia è Alain Baclet, che non parte titolare dal derby di ritorno giocato contro il Gallipoli.

SALE LA FEBBRE - Intanto cresce l'attesa della tifoseria salentina che nelle ultime ore sta prendendo d'assalto le rivendite autorizzate per acquistare (a prezzi ridotti del 30%) i biglietti per la sfida promozione contro il Cesena. Sconfitta del girone d'andata a parte, proprio il Cesena rimanda alla mente ricordi agro-dolci per i tifosi del Lecce. Ferita ancora aperta quella dell'8 luglio 1987, allorchè i romagnoli s'imposero 2-1 nello spareggio promozione giocato a San Benedetto del Tronto. Di tutt'altro tenore la gara disputatasi il 15 giugno 1997, quando il Lecce, vincendo per 3-0 al "Manuzzi", festeggiò il ritorno in serie A con alla guida Giampiero Ventura.


Marco Montagna
TMW
11 maggio 2010

domenica 9 maggio 2010

Lecce, manca un punto per la festa. De Canio: "Nervi saldi"

Dopo vent'anni e qualche giorno dalla prima e ultima affermazione salentina al "Del Duca", il Lecce batte 2-1 l'Ascoli e si prepara lo smoking per il gran galà di venerdì sera al Via del Mare. Basterà anche un pareggio contro il Cesena per ottenere la matematica promozione in serie A.

ESODO - La girata volante in pieno recupero di Marino Defendi, a digiuno di gol da settembre, ha regalato al suo Lecce tre punti ormai decisivi per il taglio del nastro, risolvendo una gara lottata centimetro per centimetro, quasi fosse un match di football americano. Osannato da tremila tifosi giunti nelle Marche dal Salento e da ogni parte d'Italia, la squadra di De Canio ha superato un Ascoli caduto con l'onore delle armi e che ha il merito di aver creduto fermamente nel sogno play-off, che non era proprio a portata di mano.

PORTIERI PROTAGONISTI
- I bianconeri di Pillon interpretavano la gara in modo aggressivo, per togliere il fiato alla capolista e provare a colpirla in velocità. E per alcuni tratti di gara ci riuscivano. Oltre ad un gol (annullato per fuorigioco) di Sommese, i padroni di casa si rendevano pericolosi verso la mezzora quando Rosati sbagliava un'uscita. Poi lo stesso Rosati al 38' si faceva perdonare superandosi su un'incornata di Bernacci. Da parte sua, il Lecce non stava a guardare, sviluppando ripartenze letali sul trio Corvia-Marilungo-Di Michele, spesso e volentieri supportato dalle incursioni di Munari e Giacomazzi.

ALL'ULTIMO RESPIRO - Secondo tempo ancora più focoso. Lecce in vantaggio con un contropiede magistrale finalizzato da Daniele Corvia, al 17° centro stagionale, ben servito da Di Michele. Quando il profumo di A si faceva più intenso, un calo di concentrazione dei giallorossi permetteva il pareggio dell'ascolano Marco Bernacci, di testa. Gli ultimi minuti di gara ricordano il match tra Rocky Balboa e Apollo Creed: due pugili sfiniti che se le danno di santa ragione pur di vincere. Arrembaggio del bianconero Romeo al 40', contro-risposta di capitan Giacomazzi sull'altro fronte, super-Guarna sulla sua strada, così come super-Rosati si opponeva a Sommese a due dalla fine. Il jolly usciva fuori dal mazzo al 92'. Lo pescava Marino Defendi che al volo girava un cross di Munari mancato da Corvia in rovesciata. Una rete che faceva esplodere il settore ospiti del "Del Duca" e mandava nello sconforto i restanti: "Il gol che ho realizzato in pieno recupero – ha detto l'ex atalantino nella conferenza stampa ripresa dal sito ufficiale giallorosso - mi rende particolarmente soddisfatto perchè ci ha permesso di vincere e regalare una grande gioia ai nostri splendidi tifosi che ci hanno incessantemente incitato durante tutta la gara. Venerdì sera contro il Cesena ci sarà la gara decisiva. Mi aspetto uno stadio pieno e carico come noi".

ALTA CONCENTRAZIONE
- Mantiene nervi saldi mister De Canio: "Abbiamo vinto una gran bella gara contro un avversario che merita più di quel che dice la classifica. Manteniamo la concentrazione alta per la partita contro il Cesena, al termine della quale faremo i conti. Noi giocheremo come sempre, divertendoci e rischiando per ottenere la vittoria. Sono molto contento – chiude - per il gol-vittoria di Defendi, perchè per il nostro centrocampista potrebbe rivelarsi molto utile dal punto di vista psicologico in questo finale di campionato'.


ASCOLI-LECCE 1-2

RETI: 21'st Corvia (L), 32'st Bernacci (A), 47'st Defendi (L)
ASCOLI: Guarna – Gazzola, Portin, Micolucci, Giallombardo – D'Agostino (13'st Romeo), Di Donato (17'pt Sommese, 48'st Tiboni), Amoroso, Luci – Antenucci, Bernacci. In panchina: Frezzolini, Ciofani, Silvestri, Mattila. All. Pillon.
LECCE: Rosati – Angelo, Ferrario, Fabiano, Mesbah – Munari, Giacomazzi (43'st Bertolacci), Vives – Di Michele (34'st Defendi), Marilungo (40'st Schiavi), Corvia. In panchina: Petrachi, Belleri, Mazzotta, Baclet. All. De Canio.
ARBITRO: Valeri di Roma
NOTE: Ammoniti Di Michele (L), Antenucci (A), Micolucci (A), Angelo (L), Defendi (L). Espulso al 49'st Corvia (L) per gomitata all'avversario. Rec. 2' e 4'.



Marco Montagna/TMW
9 maggio 2010

domenica 2 maggio 2010

Lecce, De Canio: "Ancora quattro punti ed è fatta"

Se la matematica ancora non si esprime, la logica invita a mettere lo spumante in freezer. Il Lecce rimonta l'Albinoleffe e scollina quota 70 a quattro giornate dalla fine. Per la sesta volta in campionato, la banda di De Canio ottiene il punteggio pieno dopo essersi trovata in svantaggio. Così successe anche contro Mantova, Reggina (sia all'andata che al ritorno), Padova e Grosseto.

Non è il solo dato che legittima il primo posto dei salentini, in vetta alla classifica da sei mesi e attualmente detentori del miglior attacco (63 centri) e del maggior numero di vittorie conseguite (19 in 38 giornate). Perché, contro l'Albinoleffe, si è vista ancora una volta una squadra di carattere che non si è demoralizzata dopo il vantaggio ospite segnato da Bombardini al 20' (lo stesso che con la maglia del Bologna punì il Lecce al Dall'Ara, stagione 2007/08, ndr), ma che con fiducia nei propri mezzi e con una condizione fisica confortante, nonostante il primo caldo salentino, ha saputo riprendere in mano una partita che quel vecchio volpone del Mondonico stava facendo sua.

A segno ancora loro, Marilungo e Corvia, veri trascinatori di una stagione che si appresta a passare agli annali con tutti gli onori del caso. Bene ha figurato l'Albinoleffe, soprattutto in avvio di partita e nella parte finale di gara, sfiorando il pari proprio all'ultimo respiro, quando il portiere di casa Rosati anticipava di un soffio Cellini, strozzandogli in gola l'urlo del pari.

A quattro tappe dalla fine, il "curvone" è ormai terminato e la meta, per i giallorossi, non dovrebbe essere più in dubbio. Si tratta solo di quantificare la manciata di punti che mancano al bagno collettivo nella fontana di Piazza Mazzini: "Per carattere – confessa De Canio in conferenza stampa – vivo le mie gioie piuttosto intimamente, ma certamente sono molto soddisfatto e consapevole di aver vinto contro un avversario che consideravo il più difficile di quelli che dovevamo ancora affrontare. Quanto manca alla promozione? Dobbiamo ancora giocare quattro partite – prosegue - e puntare al massimo dei punti disponibili. Per la matematica ne dovrebbero bastare quattro e sabato ad Ascoli affronteremo una squadra che, vincendo, si è rilanciata per i play-off. Siamo in testa da tanto tempo, l'obiettivo è di vincere il campionato chiudendolo al comando della classifica". Obiettivo che sembra essere proprio dietro l'angolo.


LECCE-ALBINOLEFFE 2-1


RETI: 20'pt Bombardini (A), 45'pt Marilungo (L), 14'st Corvia (L)
LECCE: Rosati – Angelo, Ferrario, Fabiano, Mesbah – Munari, Giacomazzi (32'st Mazzotta), Vives – Di Michele (30'st Schiavi), Marilungo (43'st Baclet), Corvia. In panchina: Petrachi, Belleri, Bertolacci, Bergougnoux. All. De Canio.
ALBINOLEFFE: Layeni – Luoni, Sala, Cioffi, Cristiano - Laner, Hatemaj, Passoni (25'st Bernardini), Foglio (20'st Garlini) – Bombardini (15'st Cellini) – Ruopolo. In panchina: Branduani, Maino, Geroni, Torri. All. Mondonico.
ARBITRO: Baracani di Firenze
NOTE: Spettatori 10 mila circa. Ammonito Ferrario (L). Recupero: 1' e 5'.


Marco Montagna - TMW
2 maggio 2010