
Il momento delicato del Lecce, tra rosa da sfoltire e rinforzare, problemi tattici da risolvere e più di qualche polemica da affrontare.
PEGGIO DI ZEMAN, MEGLIO DI GREGUCCI E BALDINI - Il Lecce di Mario Beretta, dopo 15 giornate di campionato, è riuscito a racimolare 13 punti. E’ il terzo campionato in A dei giallorossi dall’introduzione dei tornei a 20 squadre con 3 retrocessioni. Nella stagione 2004/05, il tanto vituperato Lecce di Zeman, dopo 15 gare, aveva ottenuto 21 punti, frutto di 5 vittorie, 4 sconfitte e 6 pari, tra cui quelli contro Roma e Lazio in trasferta e Inter in casa. A fine stagione, pur tra le polemiche legate al tipo di gioco del tecnico boemo (per alcuni sin troppo offensivo e poco pratico) il Lecce evitò la retrocessione chiudendo il campionato a 44 punti. Lievemente peggio del Lecce di Beretta, fece la squadra guidata, nel 2005/06, prima da Angelo Gregucci e poi da Silvio Baldini, che in 15 partite raccolse solo fischi e 11 punti, che a fine anno non sarebbero poi stati sufficienti ad evitare la retrocessione in B, nonostante un discreto cambio di rotta sotto la guida di Roberto Rizzo.
ROSA DA REGISTRARE - Beretta sta cercando di trarre il massimo da una rosa non facilmente gestibile per la sua estrema lunghezza e che non spicca per eccesso di tasso tecnico. A detta del direttore sportivo giallorosso, Guido Angelozzi, durante il mercato di riparazione si agevoleranno le richieste di alcuni elementi scarsamente impiegati e che desiderano giocare altrove. Oltre a questo, occorrerebbe raddrizzare un’impostazione di squadra che al momento sembra lontana da quella immaginata dall’allenatore del Lecce durante il ritiro estivo di Tarvisio. Solo 2 vittorie e tanti rimpianti dovuti ai punti lasciati per strada negli ultimi minuti: è questo uno dei “talloni d’Achille” salentini, a cui il tecnico milanese sta cercando di trovare delle soluzioni per “incattivire agonisticamente” la sua squadra, spesso reattiva solo dopo essere stata colpita. Vedi Catania e Juventus, come esempi recenti.
CAMPAGNA ACQUISTI INTERLOCUTORIA - I dubbi legati alla campagna rafforzamenti estiva sono tanti. Il promettente terzino di proprietà della Roma, Vitorino Antunes, sinora non ha dimostrato a pieno le qualità di cui tanti osservatori calcistici parlano. Il serbo Basta è stato impiegato per 8 minuti, il brasiliano Leonardo, nemmeno per quelli. Budyanskiy, cavallo di ritorno, è stato accantonato dopo Lecce-Udinese. Cacia, per cui sono stati spesi dei bei soldini per la comproprietà, è andato a segno solo in due occasioni, complice anche il lungo infortunio da cui è reduce. Discrete, ma non del tutto soddisfacenti, le prestazioni di Caserta (che, pur giocando in un ruolo non suo, ha firmato 2 gol in 14 presenze) e di Castillo (3 reti per l’ex attaccante del Pisa). Per quanto riguarda Guglielmo Stendardo, dopo un convincente avvio di campionato, è parso un po’ appannato dalla trasferta di Reggio Calabria in poi.
IL FATTORE BERETTA - A questo si aggiunga il fatto che raramente il Lecce quest’anno ha fatto vedere un preciso impianto di gioco. Il modulo preferito da Beretta, il 4-3-1-2, si è dimostrato, di fatto, inapplicabile per la mancanza di pedine adatte ad interpretare al meglio questo schema. Giocoforza, il tecnico del Lecce ha dovuto ripiegare su un più coperto 4-4-2 che assicura più filtro a centrocampo – zona in cui Giacomazzi sta lavorando per due - ma che diminuisce la potenzialità offensiva dell’attacco, nonostante un Tiribocchi in crescita e un Cacia che ha riallacciato domenica scorsa il suo rapporto con il gol. In tutta questa situazione, Beretta sta facendo il massimo, in attesa di eventuali nonché necessarie correzioni della squadra durante il mercato di gennaio.
POLEMICA LECCE-JUVENTUS - A contribuire a rendere il clima elettrico, c’è anche la polemica sollevata dai tifosi giallorossi che si lamentano per la disorganizzazione con cui è stato gestito l’afflusso della tifoseria ospite durante il recente Lecce-Juventus. Emilio Faivre, direttore della testata locale LeccePrima.it, ha posto all’opinione pubblica diversi interrogativi, dopo aver denunciato pubblicamente, con riprese video ed immagini, l’assurda commistione nel medesimo settore di tifosi leccesi e juventini, non separati, per buona parte della gara, dall’ordinario cordone di forze dell’ordine e abbandonati all’impotente sorveglianza degli stewarts. Per fortuna di tutti, ci sono state solo delle scaramucce, grazie anche al buon senso di molti spettatori che hanno evitato ed ignorato, pazientemente, alcune provocazioni.
SABATO NAPOLETANO - Sabato sera, i giallorossi faranno visita al Napoli nell’anticipo della 16ª giornata. Pessimo cliente l’undici di Reja, che, soprattutto al San Paolo, ha lasciato sinora solo le briciole agli avversari. Solo il Cagliari è riuscito ad uscire indenne dalla trasferta in terra campana, pareggiando per 2-2 alla 13ª giornata. Per il resto, Lavezzi e compagni hanno regolato Fiorentina, Palermo, Juventus, Reggina, Sampdoria e Siena. Questa la ricetta del centrocampista giallorosso Guillermo Giacomazzi per cercare di uscire indenni da Napoli: “Dovremo giocare a ritmi alti ed essere bravi nelle ripartenze. Sarebbe sbagliato, come atteggiamento, quello di andare lì con il solo pensiero di difendersi”. E’ il cambio di rotta che si attendono anche i tifosi salentini.
Nessun commento:
Posta un commento